sabato, Aprile 20, 2024
EDITORIALE

Battle Royale. Rinascita o morte del settore. Il punto di vista

Sad pacman ghostquesti giochi tendono ad appiattire l’esperienza.

La battaglia che avanza

Negli ultimi mesi sta impazzando il fenomeno dei giochi basati su modalità Battle Royale.

Per chi non sapesse di cosa stia parlando per Battle Royale si identificano tutti quei giochi dove, in aree ben definite, decine e decine di player online si contendono la sopravvivenza a suon di bastonate e colpi di arma da fuoco o qualsiasi altro oggetto che possa arrecare danno.

Questa non è una modalità nata di certo ultimamente ma sta dilagando a macchia d’ olio portando le software house stesse a mettere in discussione il futuro dei giochi single player.

PlayerUnknowns Battleground wallI due titoli ad oggi più osannati e giocati sono di sicuro PlayerUnknown’s Battlegrounds e Fortnite, ma è bene citare anche altri esponenti del genere come Arma 3, The Culling, H1Z1, Ark: Survival of the fittest, Rust e perchè no, anche GTAV Online, gli Hunger Games di Minecraft oltre a Islands on Nyne e Darwin Project che si preparano al lancio.

Questi giochi non hanno storia. Ci si ritrova in una mappa cercando di acquisire le migliori risorse e oggetti per essere in grado di sopravvivere il più a lungo possibile contro altri players affamati di vittoria, pronti a morire di inedia per un inutile ” Winner winner chicken dinner “.

Fino a qui nulla di male. Dovrebbero essere dei giochi di confine. Giochi dove ci si riversa quando si vuole cazzeggiare con degli amici e nulla di più. Una tipologia di gioco che sarebbe bene far rientare nella categoria casual.

E invece sta accadendo tutto il contrario e questi titoli stanno invadendo Tv e Monitor di milioni e milioni di videogiocatori che assuefatti non giocano ad altro, microtransano come se non ci fosse un domani e spendono ore e ore della loro vita ripetendo sempre le solite azioni senza avere nessuno stimolo dato da una qualsiasi narrazione o caratterizzazione dei personaggi.

Scala Reale

H1Z1 landE’ il gioco online a farla da padrona. Ma non il sano online, sano per modo di dire, di un MMORPG dove comunque c’è sempre di base un folklore ( o sarebbe meglio dire lore ? n.d.r. ) che tiene il videogiocatore ancorato ad un tipo di universo dotato di una storia, di personaggi cardine, di NPC con qualcosa da raccontare. Nei Battle Royale ci si logga, si lancia il matchmaking e poi via, a cazzeggio su una mappa senza se, senza ma e principalmente senza alcun perchè.

Dove sta la magia del videogame ? Dove sono finite le domande che ci facciamo quando arriviamo in un determinato scenario ? Dove sta la soddisfazione nel risolvere un puzzle complesso che ci sta sbarrando la via da diversi minuti ?

Il Bar dei videogames

Con questo non voglio di certo marcare i videogiocatori di un qualsiasi Battle Royale come delle persone qualunquiste e superficiali però in un qualche modo questi giochi tendono ad appiattire l’esperienza rischiando di far dimenticare alle nuove generazioni cosa sia il vero spirito di un’ opera digitale. Si propende ad una virata social, giustissima vista la tendenza tecnlogica odierna, ma errata nei confronti di un basket di prodotti che sono destinati a chi vuole più carne al fuoco. Diciamo che è come propendere alla distribuzione di massa di riviste di gossip a discapito dei libri.

Parliamoci chiaro

Rust screenUna parte del successo di questo fenomeno va anche accreditato a tutti gli esponenti mediatici del settore. Mi riferisco a youtubers e streamer che riempono l’etere di contenuti su questi giochi, dandogli grande spazio, rafforzando così la convinzione che questi siano i titoli da non perdere e da giocare e rigiocare ore ed ore.

Nel frattempo, mentre si girovaga per asettici edifici alla ricerca di elmetti e fucili a pompa, perdiamo serie importanti come Mass Effect e Dead Space e rischiamo che molti altri generi e saghe importantissime vadano a finire negli archivi delle software house che mirano soltanto a rimpinguare le casse in quanto hanno stipendi, debiti e costi da coprire. Con la sola gogliardia non si mangia. Il mercato chiama e pertanto chi deve rispondere risponde.

La fine del gaming? Forse.

Di certo si stanno spingendo in acque molto vaste, ricche di pesce ma poco profonde.

Spero soltanto che le navi che solcano questi mari prima o poi si incaglino.

 

Myst PS1 Final Fantasy NES

4 pensieri riguardo “Battle Royale. Rinascita o morte del settore. Il punto di vista

  • Personalmente concordo in linea di massima con quel che dici. A me personalmente questi giochi non piacciono molto o meglio, ritengo che non si meritino minimamente tutto questo seguito proprio perchè come lo definisci tu, di genere è casual o come lo definisco io “cazzeggio”. E’ un genere che merita di esistere ed ha il suo posto, ma uno non può definirmelo “capolavoro”: è mortificante verso quelle opere che veramente hanno dietro l’impegno ed il risultato per poter meritare quella definizione.
    Per esempio, PUBG quando ho visto cos’era dopo averlo visto citato ovunque, ho pensato perplesso “embè? Cazzo ha di così spettacolare? Mi sembra solo una delle modalità che ho visto giocare in H1Z1” Ed è così: un gioco che si basa su UNA modalità offerta da un altro gioco già esistente. Ancora adesso sono perplesso su cosa abbia di così particolare questo gioco, ma credo che la risposta sia appunto “niente” e che sia solo una moda: tristezza a palate.

    Concordo sul MMORPG (acronimo maledetto: ogni volta devo andare a vedere come sta scritto), anche se da Warcraft in poi, quando tutti hanno voluto copiare le sue meccaniche, non è che sia molto diverso: la gente non ruola e gioca meccanicamente…. potrebbero anche non mettere una riga di storia e per il giocatore non cambierebbe niente, questo perchè quel tipo di meccanica di gioco lo consente. Triste ma vero.

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  • il concetto di gioco ” online ” è sfuggito di mano. La questione disarmante, che si appoggia a quanto detto finora, è che le nuove generazioni stanno sostituendo le chiacchiere da muretto a chiacchiere su chat ingame e discord/teamspeak vari. Paura….

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  • Concordo su tutto, commenti compresi. Siamo di fronte ad una piaga, che grazie alla florida economia che ci gira intorno, si espande come un cancro. Solo il tempo potrà dire se questo fenomeno sarà arginato e resterà un’esperienza secondaria “forfun” o se dilagherà, tagliando le gambe al gaming “classico”… Credo che una catastrofe del genere non sia possibile, ma l’andazzo non mi piace per nulla. La parola focale di tutto l’hai giustamente individuata e sottolineata tu: APPIATTIMENTO.

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    • Di certo se continuano così satureranno il mercato fino a far scoppiare la bolla. Intanto però c’è l’ invasione di queste battaglie reali e i media, riportando news come ” fortnite è il più giocato e visto su twitch, non aiutano di certo la diffusione di altri tipologie di gioco affondando il mercato.

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