Arydia: The paths we dare tread – Impressioni post-gameplay
Alla fine ci siamo alzati dal tavolo soddisfatti e increduli di quanta attenzione sia stata riposta dalla Far Off Games in questo pezzo da 90 dal peso di circa 13 KG.
SCI-FI o Fantasy che sia, sempre di destino si parla…
Arydia: The paths we dare tread è un gioco che stavamo tenendo d’occhio da molto tempo, fin dal suo annuncio da parte di Far Off Games, già nota al mondo ludico per XIA: Legends Of a Drift System (altro gioco che adoriamo e di cui trovate la nostra recensione QUI).
Questa non è una recensione ma un sunto di quello che abbiamo raccolto e portato a casa toccando con mano il gioco.
Già solo il naming del gioco la dice lunga… I sentieri che osiamo percorrere …
Arydia possiamo incasellarlo in quel filone che defineremo “Gioco di ruolo da tavolo”, perchè per sua natura questo è.
L’ambientazione è piuttosto classica: high fantasy. Nei panni di “esiliati” inizieremo il nostro percorso cercando di riguadagnare dignità e posizione sociale.
Arydia si articola tra esplorazione del modo di gioco, incontri con NPC, missioni, bivi morali e narrativi. Il party si muove sempre in gruppo e tutte le decisioni sono corali. Le situazioni che si presentano sono le più disparate e una precisa scelta influenzerà, forse, il modo di gioco e la sua evoluzione. Il mondo di gioco, già…
Non è dato sapere cosa si celerà sul prossimo esagono che decideremo di calpestare e non sapremo nemmeno cosa ci attenderà durante il viaggio verso il luogo prescelto. Il tipo di percorso e terreno che andremo a battere potrebbe riservare eventi di varia natura. Inoltre dovremo fare i conti con stanchezza e fame.
Il gioco propone una mappa esagonale che mostra, quando scoperti, i vari luoghi e i vari percorsi in più, una volta arrivati a destinazione, avremo delle mappe contestuali che vanno a mettere in mostra il luogo dove ci troviamo e cavolo, ce ne sono veramente molte organizzate in Grandi, medie, piccole e lunghe.

Non mancano i combattimenti. Questi sono dettati da una alcune peculiarità veramente interessanti e che ci hanno colpito nella loro ingegnosità. Al netto del classico “tiro il dado, sommo eventuali bonus caratteristica etc etc” quello che cade subito all’occhio è quanta cura sia stata riposta in questa fase.
I nemici, come anche gli esiliati del resto, non riceveranno un danno generico ma i colpi inflitti saranno direzionati in punti specifici, con tanto di critici ad-hoc che dovranno essere gestiti ( un colpo ad un punto critico su un nemico gli farà recuperare X di salute, ndr). Stesso dicasi per i colpi che riceveremo e che tramite un apposito dado, saranno direzionati a diverse parti del corpo e quindi le ferite saranno proporzionate al grado di difesa dei nostri indossabili.
L’AI del combattimento è classica ed è guidata dalle carte e questo meccanismo, ormai rodato, permette di riuscire ad anticipare ciò che accadrà una volta che conosceremo bene il mazzo. Ma, e c’è sempre una ma, in questo contesto di “pugna” va anche considerato il livello di minaccia che tende a salire a seconda di quali carte AI verranno pescate e contestualmente andrà ad incidere sul comportamento dei nemici quindi più è alta la minaccia, più i nemici saranno letali e difficili da sconfiggere.
Anche le armi hanno la loro particolarità. Avremo sempre i soliti randelli, spade, pugnali, archi, magie di varia natura elementale e via discorrendo ma ognuna avrà il suo pattern di attacco. Un spada potrebbe infliggere colpi orizzontali, un pugnale particolare potrebbe infliggete un colpo a forma di L, un bastone invece danni dal basso verso l’alto. Questo influisce su come andremo a suddividere i vari attacchi in base alla disposizione dei punti di danno impressi sul nemico o i nemici di turno.


Passiamo ai personaggi. Abbiamo i classici stereotipi quali Guerriero, Mago, Ranger, Bardo, Chierico, Ladro, ognuno con le proprie caratteristiche uniche. Mi sbilancio dicendo che il 60% del gioco è nelle plance giocatore. Tutto gira intorno a queste e il saper attivare le azioni suddivise in azioni speciali, gratuite, minori e maggiori sarà la chiave, in comune accordo con gli altri compagni di avventura, per avere la meglio nelle situazioni più critiche. Stesso dicasi per le prove di caratteristica.
Come è lecito aspettarsi i personaggi livelleranno, andando così ad upgradare alcune caratteristiche e forgiare così la propria build. Le abilità invece andranno prima sbloccate e poi acquisite per poterle poi utilizzare.
E poi c’è lui… il mondo di gioco che potrebbe mutare nel corso del tempo a seconda di cosa faremo, stesso dicasi per gli NPC che incontreremo o le varie situazioni che ci ci si prospetteranno.
Passiamo così, di botto, ai materiali e alla cura nella realizzazione di questo gioco. C’è un’attenzione maniacale al dettaglio; tutto è al proprio posto, senza se e senza ma. Le carte hanno i loro organizer, già tutti etichettati in modo da andare a colpo sicuro. Ogni componente ha la propria confezione in modo da riporre il tutto senza problemi e favorire un modello di salvataggio dei progressi efficace.
Altra nota degna di merito è che ogni carta che è legata ad un oggetto in-game, possa essere questo fisico o logico (per fisico intendo ad esempio un’arma e per logico intendo un’abilità, ndr) ha la propria carta come reference che oltre a descriverne le caratteristiche e gli attributi, riporta anche sul retro la spiegazione di come si utilizza/equipaggia e relative FAQ.
In questo modo, grazie ad un esaustivo tutorial e alla capillarità di informazioni contenute nella componentistica, si evita di fare continuamente ricorso al manuale.
Tutti i materiali sono di pregevole fattura. Plance studiate con incastri e incavi millimetrici e costruite a più strati per favorire le azioni di “scoperta” quando ci si ritrova a rivelare un altro pezzo di mappa o attivare un’abilità, miniature già dipinte (non chissà con quale fregio ma comunque passabilissime, con tanto di incastri per le teste, che sono separate e incastrandole con il corpo andranno a delineare razza e sesso. Come token avremo gemme e cubi colorati in plastica e segnalini in ferro, segnalini in legno e in piccola parte, cartone.


In ultimo e non meno trascurabile, l’aspetto legacy. Man mano che progrediremo e a seconda dei nostri risultati e livelli, si andranno ad aggiungere al gioco altri pezzi di mondo, oggetti etc etc. Il tutto è contenuto in apposite scatole. Se pensate che questo vada a minare la rigiocabilità vi sbagliate in quanto nulla è così intrusivo da minare una seconda run, specialmente se avete l’accortezza di stampare o plastificare la carta del vostro personaggio sulla quale vengono riportati i progressi di esperienza (livella mento e caratteristica).
Detto ciò, se teniamo conto del pool di personaggi e dei vari bivi narrativi/evolutivi che ci sono in game, diciamo che Arydia è mediamente rigiocabile.
Ora, con questo non passiamo dare un giudizio complessivo che richiederebbe ore di campagna ma l’impatto è stato più che positivo e ci siamo immedesimati non poco grazie anche alla componente ruolistica che potrebbe sembrare una forzatura ma che in realtà rende coesi e parteci i giocatori.
Ve la spiego brevemente. A turno, ogni giocatore sarà incaricato di leggere eventi e situazioni che si prospetteranno man man che si avanza. Più il giocatore saprà enfatizzare la scena e più possibilità avrà di guadagnarsi dei punti “Role Play“. Questi punti si tramuteranno in un bonus one-shot da utilizzare in prove o in combattimento.
Inoltre il gioco smorza molto bene gli animi dei power players in quanto ogni componente del party è tenuto a confrontarsi con gli altri per trovare la giusta strategia da applicare al momento per superare l’ostacolo di turno o semplicemente ragionare coralmente sull’andare ancora avanti oppure tornare in città per darsi una rinfrescata prima di affrontare i prossimi passi.
Tempi morti…zero.
Alla fine ci siamo alzati dal tavolo soddisfatti e increduli di quanta attenzione sia stata riposta dalla Far Off Games in questo pezzo da 90 dal peso di circa 13 KG.
Ultima considerazione… il gioco ha un prezzo importante ma se lo andiamo a declinare su quanto è contenuto nella box, la qualità dei materiali e la quantità degli stessi, è un prezzo più che onesto. In rapporto ci sono filler che per quello che offrono hanno prezzi molto più fuori scala.
Arydia non è un gioco per tutti sia chiaro, inoltre è tutto in inglese, non di facile struttura/termini, e di testo da leggere c’è abbastanza. Le meccaniche non sono difficili da metabolizzare se siete avvezzi a 4X, Dungeon Crawler e giochi di ruolo e molte sono già viste e stra-rodate ( mi vengono in mente titolo come The 7th Continent o Tainted Grail).
Ultimissima, richiede un bel tavolo per essere intavolato perchè all’inizio la plancia del mondo di gioco e le relative mappe contestuali saranno piuttosto abbordabili in termini di spazio ma progredendo e il tutto si espanderà e quindi lo spazio necessario dovrà fare altrimenti, tenendo conto poi che ogni giocatore dovrà anche gestire 3 plance per personaggio.
In estrema sintesi
Arydia è una grande gioco in tutti i sensi e mai titolo fu’ più azzeccato. Brava Far Off, complimenti davvero.
Augh!
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