Too Many Bones – La nostra recensione
Un’avventura cooperativa all’insegna della strategia, dell’asimmetria e della qualità
Consigliatissimo a chi mastica già giochi da tavolo e cerca un’esperienza di gioco particolare, asimmetrica e ben bilanciata.
Nel vasto panorama dei giochi da tavolo cooperativi, Too Many Bones si distingue come un prodotto di forte personalità, capace di unire una produzione di livello premium a meccaniche di gioco innovative e complesse.
Pubblicato nel 2017 dalla Chip Theory Games, ecco che come un fulmine al ciel sereno, Asmodee Italia cala l’asso e distribuisce Too Many Bones in edizione italiana.
Too Many Bones è un gioco da 1 a 4 giocatori, con una durata che può variare da un’ora a due, incentrato su scontri tattici, sviluppo del personaggio e una progressione che simula un’avventura culminante in un epico scontro con un boss finale, il temuto Tiranno di turno.


Qualità è la parola d’ordine
Una delle prime cose che colpisce aprendo la scatola di Too Many Bones è la cura maniacale riposta nella produzione. Chip Theory Games ha fatto della qualità dei materiali la propria bandiera, e ogni elemento del gioco lo dimostra:
- Le chip (gettoni) sono pesanti, solide, e piacevolissime al tatto, contenute in pratiche vaschette rigide.
- I dadi, veri protagonisti meccanici e visivi del gioco, sono numerosi, tutti diversi, colorati e incisi con simboli unici per ciascun personaggio.
- Le plance dei personaggi e della mappa sono realizzate in neoprene, forate dove necessario per ospitare i dadi in modo preciso e ordinato.
- Le carte sono plastificate e spesse, tanto da non richiedere imbustamento – anche se, per chi volesse farlo, le scatoline porta-carte risultano insufficienti a contenerle tutte.
Too Many Bones si impone come un vero oggetto da collezione, una “gioielleria ludica” che giustifica – almeno in parte – il suo costo elevato.
Alla base del gioco c’è una struttura a scenari, rappresentati da una serie di incontri (eventi) che i giocatori dovranno affrontare pescando carte da un apposito mazzo. Ogni evento propone scelte e sfide, spesso culminanti in battaglie con nemici di varia natura.
Le azioni di ogni Gearlock – i personaggi giocabili – sono governate da dadi personalizzati. Ogni personaggio ha un proprio set di 16 dadi speciali, oltre alle statistiche base (attacco, difesa, vita e destrezza). Il risultato dei dadi determina l’esito delle azioni, ma anche gli eventuali “fallimenti” (i tiri che mostrano ossa) contribuiscono a caricare un’apposita riserva di abilità secondarie. Questo sistema mitiga in parte l’aleatorietà tipica dei giochi a dadi, trasformando i fallimenti in opportunità strategiche.
Ogni Gearlock cresce nel tempo, guadagnando punti esperienza dopo gli scontri vinti. Questi possono essere spesi per potenziare le statistiche oppure sbloccare nuovi dadi con abilità uniche. Il risultato è un livello di personalizzazione profondo e coinvolgente, che consente ai giocatori di sperimentare build molto diverse, adattandole al gruppo e al Tiranno scelto. Il gioco premia pianificazione e adattamento, rendendo ogni campagna potenzialmente diversa.
Le battaglie si svolgono su una mappa a griglia 4×4, dove ogni personaggio e nemico è rappresentato da una pila di chip, la cui altezza indica i punti vita.


Il sistema di iniziativa è condiviso: ogni round si svolge mescolando i turni di nemici e personaggi, rendendo l’ordine delle azioni imprevedibile ma bilanciato.
Tuttavia, la parte “tattica” della mappa è piuttosto limitata. L’area ridotta e l’assenza di elementi ambientali significativi fa sì che il posizionamento sia importante, ma non determinante. I movimenti sono ortogonali, e spesso la mappa si riempie rapidamente, riducendo le possibilità di manovra.
Una delle qualità migliori di Too Many Bones è la sua scalabilità. Il gioco è perfettamente affrontabile in solitaria, anche grazie a un setup semplice e a una gestione dei nemici piuttosto rapida. Tuttavia, la vera forza del gioco emerge quando si controllano almeno due Gearlock: le combinazioni tra abilità e ruoli, unici per ogni personaggio, rendono il combattimento molto più ricco e strategico.
Giocare con un solo personaggio può risultare azzardato, specialmente perché i Gearlock sono pensati per coprire i punti deboli l’uno dell’altro oltre che ad aumentare considerevolmente l’aspetto collaborativo del gioco.
Da un punto di vista narrativo, Too Many Bones offre solo un abbozzo di ambientazione. Le carte evento presentano un breve testo descrittivo ma la componente narrativa non si sviluppa in modo organico e profondo limando l’immedesimazione e la stratificazione del mondo di gioco.



Veniamo al dunque
Too Many Bones è un gioco sorprendente sotto molti punti di vista. Visivamente affascinante, meccanicamente ricco, profondamente personalizzabile. Il connubio tra materiali di altissima qualità e gameplay articolato lo rende un prodotto di nicchia, non adatto a chi cerca leggerezza o immediatezza, ma perfetto per chi desidera un’esperienza ludica profonda e appagante.
In definitiva Too Many Bones offre un’ottima esperienza di gioco, sfidante e punitiva al punto giusto. Siamo di fronte ad un prodotto da una componentistica eccelsa, una crescita dei personaggi stratificata, un buon bilanciamento dei dai con tanto di possibile mitigazione dei risultati e una elevata rigiocabilità.
Di contro potremmo evidenziare che il regolamento non sempre risulta chiaro, la mappa tattica è poco utile a fini strategici di posizionamento, la parte narrativa è poco presente.
Non polemizziamo sul costo del gioco perchè la qualità dei materiali tendono a giustificarlo. Credo sia uno dei giochi più “WOW” che abbiamo in collezione. Inoltre tutto è studiato nei minimi particolari in modo da riporre i materiali nella box in modo ordinato.
Consigliatissimo a chi mastica già giochi da tavolo e cerca un’esperienza di gioco particolare, asimmetrica e ben bilanciata.
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Augh!



