lunedì, Maggio 13, 2024
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Eternity: The Last Unicorn – La nostra recensione

Eternity the last unicorn meniacEternity: The Last Unicorn è un prodotto mediocre. Stiamo parlando di un gioco che non avrebbe eccelso nemmeno nella generazione PS2.

 

C’ erano una volta quattro unicorni

Quando ho letto per la prima volta di Eternity: The Last Unicorn sono rimasto subito incuriosito. Mi stuzzicava l’ idea di mettere le mani su un action-rpg vecchia scuola. Pertanto mi sono buttato anima e corpo all’ interno di questa avventura ( giocato su Ps4 ).

La mia cuorosità sarà stata ripagata dal titolo sviluppato da Void Studios ed edito da 1C Entertainment su Ps4,Xbox One e PC?

Il gioco è immerso all’ interno della mitologia norrena con tanto fantasy di stampo classico a contorno. Il prologo narra di un potere perduto che dona immortalità. Tre dei quattro unicorni sacri, portatori del potere, sono scomparsi e il quarto, al quale è stato anche spezzato il corno, è stato maledetto.

Eternity the last unicorn meniacPertanto il potere è svanito e toccherà a noi, nei panni di Aurehen, un’ elfa, cercare di eliminare la minaccia e riportare l’ immortalità al suo popolo. Oltre ad Aurehen ci troveremo a guidare un secondo personaggio, un guerriero vichingo di nome Bior.

Eternity ha veramente una impostazione old school. Ci troveremo a scorrazzare per la terra di Alfheim con tanto di telecamera fissa. Un mondo di gioco contenuto dove faremo avanti e indietro per le varie zone in cerca di materiali e oggetti atti alla progressione della storia e combattendo nemici su nemici.

Anche graficamente siamo di fronte ad un gioco old in tutti i sensi. Modelli poligonali approssimativi e spigolosi, con animazioni ridotte al minimo. Texture di bassa qualità e in generale un modeling poligonale molto grezzo. Ci sono trovate interessanti come l’ applicazione di alcuni filtri che rendono i dungeon dall’ aspetto polveroso e tetro ma rimane tutto molto spartano. Nonostante ciò qualche piccolo scorcio o dettaglio risulterà piacevole e ben inserito all’ interno del mondo di gioco.

A livello di narrazione siamo sempre su livelli molto bassi. Oltre l’ incipt iniziale avremo poche righe di testo a corredo degli eventi e quindi non si avrà mai quel senso di immersione che può regalare un canovaccio narrativo ben sviluppato. Le aree di gioco durante i caricamenti sono sempre introdotte da una descrizione che in maniera sommaria introduce alla mitologia norrena ma che alla fine non riescono a regalare profondità.

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Passiamo al gameplay

I combattimenti sono monotoni. I nostri eroi, che guideremo in fasi ben distinte del gioco, se pur con caratteristiche peculiari, avranno lo stesso identico stile di combattimento. Cinque tasti in tutto per effettuare combo, parate e attacco speciale.L’ esigua quantità di “bottoni” a nostra disposizione non sarebbe un problema, anzi, ma purtroppo ogni combattimento si risolverà utilizzando soltanto due tasti ovvero l’ attacco pesante e la schivata. Tutte le altre combinazioni risulteranno superflue e presto vi scorderete di utilizzarle.

La componente gdr è ridotta all’ osso. Non aspettatevi equip vari e rami di abilità dove poter sviluppare una build di qualche tipo.

Salendo di livello, e si livella in maniera vorticosa, le statistiche dei personaggi saliranno in maniera graduale automaticamente. Potremo sviluppare autonomamente  le nostri armi, o meglio potremo upgradarle aumentandone le caratteristiche come poter di attacco o difesa. Tenete a mente che ogni personaggio avrà due sole tipologie di armi e quando dico due intendo prorio due; ad esempio l’ elfa avrà una spada e un arco, sempre gli stessi. Inoltre si potrà incrementare la nostra barra degli HP trovando degli appositi medaglioni e si potranno utilizzare alcuni oggetti che doneranno maggiore bonus temporanei ma nulla di più.

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Nel gioco è anche presente una componente di crafting. Raccogliendo i loot dai nemici sconfitti o dagli scrigni dei tesori disseminati nel mondo di gioco, oppure acquistandoli dai mercanti, potremo creare oggetti curativi e di supporto, oltre che item necessari al proseguo dell’ avventura. Il crafiting si potrà effettuare soltanto in un punto ben preciso e percìò, vista l’ assenza di viaggi rapidi, ci si troverà a fare avanti e indietro dalle varie zone continuamente.

Il backtraking è ossessivo e sfiancante e spesso prima di ottenere l’ oggetto necessario dovremo combattere lo stesso nemico svariate volte. A questo aggiungete che i nemici in ogni area saranno sempre gli stessi, dislocati sempre nello stesso identico modo. Perciò una volta ripulita una zona sarà necessario uscire per poi rientrare, permettendo così il respawn e iniziando nuovamente l’ operazione di pulizia al fine di ottenere quello che cerchiamo.

L’ IA a volte è imbarazzante. Tutti gli opponenti si getteranno a testa bassa verso di noi, senza un minimo di strategia corale, con tanto di comportamenti inspiegabili e vistosi trigger. Non parliamo poi delle hitbox … lasciamo proprio perdere.

Immancabili i boss e anche qui nulla di memorabile. Non ci sarà bisogno di chissà quali stategie per sconfiggerli e ci affideremo alla solita combinazione “attacco pesante-schivata”.

Sul fronte audio una sola base ci accompagnerà per tutta la durata dell’ avventura, per carità… è anche piacevole e rilassante ma si poteva almeno creare un tema per zona. Gli effetti sonori sono pessimi.

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Poveri unicorni…

Eternity: The Last Unicorn è un prodotto mediocre. Stiamo parlando di un gioco che non avrebbe eccelso nemmeno nella generazione PS2. Modelli scialbi, una parte narrativa troppo approssimativa come approssimativa è la componente action e gdr, quest’ ultima iniesistente. Non aprliamo poi del crafting, odioso nel suo assillante backtracking.

Nonostante ciò non sono riuscito a staccarmi dal pad e l’ ho finito tutto di un fiato impiegando cira 11 ore per terminare l’ avventura. Tenete a mente che sono anche morto svariate volte perchè basta una distrazione per trovarsi a terra esanimi.

Masochismo? Forse si. Tra tutti i problemi sopra menzionati sono comunque riuscito a trarre divertimento da questo titolo. Vuoi per la formula semplice proposta, vuoi in qualche modo per l’ ambietazione, vuoi per quell’ aspetto “old” che tuto sommato non mi è dispiaciuto.

Con questo non voglio dire che questo gioco sia meritevole di attenzione, anzi, non ve lo consiglio assolutamente tenendo anche in considerazione il prezzo di 19,99 euro.

Augh.

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