lunedì, Dicembre 9, 2024
GIOCHI DI RUOLO

The Necronomicon Gamebook: Carcosa – La nostra recensione

carcosa placeholder meniac librogameSe amate questo genere di racconto dove angoscia, ansia e orrore la fanno da padrone con tanto di una componente decisionale ben strutturata e semplice da gestire, non lasciatevelo scappare.

Le melodie che canteranno le Iadi,
lì dove sventolano gli stracci del Re,
moriranno inascoltate: nell’oscura Carcosa.
Canto dell’anima mia, la mia voce è spenta.
Anche tu muori, mai nato, come una lacrima mai pianta
s’asciuga e muore, nella perduta Carcosa.

Il Re in Giallo

Torniamo a parlare di librogame e stavolta di The Necronomicon Gamebook: Carcosa ( editore: Officina Meningi ), seguito di The Necronomicon Gamebook: Dagon, che abbiamo recensito QUI.

Naturalmente siamo sempre all’ interno dell’ universo lovecraftiano, e oltre, e questo secondo volume non stravolge, ma arricchisce, quanto già affrontato e vissuto nel primo libro.

Partiamo subito con il dire che, nonostante si tratti di un seguito, il libro può essere letto/giocato anche standalone e nulla vi tarperà le ali. Vine da se che l’ esperienza completa la si raggiunge avendo in mano entrambe i libri ma vi assicuro che non avrete alcun problema nell’ assimilare la storia anche iniziando da Carcosa.

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Strade narrative al limite dell’ umana ragione

Carcosa vi getterà nuovamente ai limiti della follia narrativa, complice una scrittura di pregio assoluto che si ispira, e riprende, i tratti fondamentali delle opere di Bierce, Chambers e Lovecraft, adattandoli e fondendoli con abile maestria.

Ogni singolo paragrafo ( 120 in tutto contando quelli de ” Le terre del Sogno ” ), sono un tripudio di Horror/Noir dove la speranza di salvarsi da qualcosa di più grande di noi è la costante che vi accompagnerà in tutta la durata della vostra avventura.

Se avete già avuto il piacere di immergervi in Dagon vi troverete subito a casa, per tutti gli altri invece descriviamo brevemente il modello di gioco:

Siamo in territorio librogame classico; pertanto armatevi di matita, gomma, un dado da 6 ( D6 ) e una copia delle schede di gioco ( Diario e Scheda di Combattimento ). Dopo aver livellato le caratteristiche base del nostro personaggio, assegnando a nostro piacimento 6 punti da suddividere in Vigore e Resistenza, e aver annotato gli oggetti di partenza, saremo pronti a gettarci a capofitto nella storia.

Durante il nostro peregrinare ai confini dell’ umana ragione in quel di una cupa e truce Kingsport, verrete al cospetto di eventi e situazioni che vi metteranno costantemente alla prova, prove che andranno superate con l’ immancabile lancio del dado, il cui risultato andrà poi sommato al valore caratteristica richiesto dalla prova.

Il combattimento si baserà sempre sullo stesso meccanismo, aggiungendo eventuali modificatori dettati dall’ arma in uso. Il risultato ottenuto andrà poi sottratto al valore di Vigore della minaccia con cui vi state confrontando e quanto ne risulterà detterà, tramite un’ apposita tabella, i danni subiti da entrambe le parti. I combattimenti possono durare diversi round, a meno che non si riesca a darsela a gambe levate.

Ritornano le precedentemente citate Terre del Sogno, un luogo dove potrete immergervi riposando, per recuperare punti Resistenza ( i punti vita, ndr ). Ma anche in questo caso non sarete mai immuni dalla minaccia e in base al vostro livello di follia, che potrebbe aumentare a causa degli eventi a cui assisterete, potreste incappare in esseri capaci di strapparvi l’ anima dalle carne anche durante il sonno.the necronomicon gamebook carcosa meniac recensione 3

Pollice in su, senza pensarci due volte

The Necronomicon Gamebook: Carcosa è un librogame spietato. La difficoltà, rispetto al precedente libro, è sensibilimente aumentata e l’ essere impotenti dinanzi a determinate situazioni è più accentuato. Ma d’ altronde va bene così, in fin dei conti è quello che si deve respirare all’ interno di un’ opera narrativa del genere.

Il sapersi dotare fin da subito del giusto equipaggiamento vi garantirà più sicurezza ma ricordate che una mossa sbagliata, un tiro di dado sfortunato o un qualsiasi bivio vi potrebbe portare verso una fine indegna. Spesso la fuga sarà la soluzione migliore. E poi c’è lei, la tanto amata/odiata follia, status che incomberà sulle vostre teste come una spada di Damocle e sarà tra le più grandi minacce a cui dovrete far fronte.

Di certo ” giocare ” questo libro è un vero piacere, vuoi per la scrittura che riesce ad avvolgere e trasportare in un universo ai confini di una spaventosa e crudele realtà in maniera egregia ( ancor di più che in Dagon, complimenti a Valentino Sergi ), vuoi per le illustrazioni ad opera di Albero Dal Lago e Jacopo Schiavo che ancora una volta impreziosisco l’ opera donandogli il giusto mood.

C’è da dire che si muore spesso, e raggiungere il finale non sarà una passeggiata. Avere a che fare con il Re Giallo non è impresa facile, si sa… solo uno stolto potrebbe non curarsene.

Consigliato: si, assolutamente.

Se amate questo genere di racconto dove angoscia, ansia e orrore la fanno da padrone con tanto di una componente decisionale ben strutturata e semplice da gestire, non lasciatevelo scappare.

Augh.


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